200 migranti intercettati dalla Guardia Costiera nel giro di una settimana migranti al largo della Libia

La Guardia Costiera della Libia ha affermato di aver intercettato, al largo della costa mediterranea, nei pressi del Paese nordafricano, navi dirette in Europa con a bordo quasi 200 migranti, incluse donne e bambini. Il portavoce libico, Ayoub Gassim, ha riferito, sabato 22 giugno, che negli ultimi giorni almeno 5 gommoni sono stati avvistati e fermati vicino alla città costiera di Tripoli.

39 migranti a bordo di due barche sono stati bloccati mercoledì 19 giugno. Un’altra nave, che trasportava 17 persone, è stata intercettata giovedì 20 giugno. Infine, venerdì 21, la Guardia Costiera della Libia ha fermato due gommoni con 143 migranti in totale. A tutte le persone sono stati forniti aiuti medici e umanitari. In seguito, i migranti sono stati portati nei campi profughi di Tripoli. Erano tutti africani, tranne 8, che venivano dal Bangladesh.

La Libia è diventata un importante canale per il passaggio di migranti e rifugiati africani, in fuga verso l’Europa, da quando, nell’ottobre 2011, il dittatore Muammar Gheddafi è stato deposto con un intervento NATO capeggiato da Stati Uniti e Francia. Le autorità di Tripoli stanno cercando di intensificare gli sforzi per arginare il flusso di migranti, anche grazie al contributo dell’assistenza europea.

Da quando Salvini è stato nominato ministro dell’Interno, il primo giugno 2018, ha inaugurato una politica rigida e intransigente nei confronti del fenomeno migratorio, chiudendo i porti italiani alle imbarcazioni delle Ong e delle missioni europee. Ne è conseguito che i migranti e i rifugiati intercettati in mare dalla Guardia Costiera libica vengono riportati sistematicamente nei centri di detenzioni libici, i quali dovrebbero essere gestiti dal Ministero dell’Interno di Tripoli. In realtà, la maggior parte di tali strutture è in mano ai gruppi armati, i quali non tutelano in alcun modo i migranti. Le persone detenute in Libia vivono in condizioni pessime, sono soggetti a torture e abusi, secondo i testimoni che sono passati per tali strutture. Secondo quanto ha riferito Al-Jazeera, il 2 marzo 2019, 30 migranti, tra cui alcuni minori, erano stati rinchiusi in una cella sotterranea, dove sono stati torturati per aver cercato di scappare per protestare contro le condizioni precarie degli stranieri in Libia. Tale informazione è stata confermata dall’International Rescue Committee, il quale fornisce assistenza medica all’interno del centro di detenzione di Triq al Sikka.

Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), dal primo gennaio al 12 giugno 2019, hanno perso la vita in mare 555 migranti, la maggior parte dei quali lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Si tratta di una diminuzione importante rispetto agli 875 decessi registrati nello stesso periodo del 2018.

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